Descrizione
Il 9 settembre 1465, la villa viene concessa dalle monache del Monastero di Santa Maria d'Incino di Monza, proprietarie di numerosi beni, alla nobile famiglia Cittadini.
Nel 1492 diventa possesso della nobile famiglia Brivio (il Questore Don Luigi Brivio), proprietaria di numerosi terreni e beni a Nova Milanese. La villa che con tutta probabilità è il nucleo originario, anche se probabilmente di dimensioni molto più modeste, è chiamata casa di campagna, intesa forse come abitazione in cui abitano solo per alcuni periodi.
Le mappe catastali di Carlo VI, risalenti al 1721, già mostrano sull'area oggi occupata (dietro la Via San Sebastiano) la presenza di un edificio di una certa importanza, anche se più piccolo dell'attuale, a cui è affiancato sul lato sinistro un elegante giardino di circa cinque pertiche, mentre, sul retro dell'edificio, compare una vasta area coltivata, estesa ben trentotto pertiche e detta Il Brolo.
Nei primi anni dell’Ottocento il tessuto urbano e architettonico di Nova si arricchisce, e anche la villa Brivio, nel passare di proprietà ai Vertua Prinetti (da cui prende il nome l'antistante piazzetta), va incontro a lavori di ampliamento che conferiscono alla villa un aspetto simile all'odierno: la caratteristica pianta a U è infatti riconducibile alla tipologia classica delle ville nobiliari brianzole e padane. Ed è forse in questo periodo che può avervi lavorato il prestigioso architetto Leopold Pollack (allievo del Piermarini), come alcuni voci, tra l'altro mai provate, indurrebbero a credere. L'espansione della bachicoltura, e quindi dalla coltivazione del gelso, porta anche a Nova un notevole sviluppo dell'industria tessile; abbiamo la realizzazione della prima filanda, di proprietà dei Vertua Prinetti, posta nella corte adiacente l'ala est della Villa.
Nella seconda metà dell'Ottocento alcuni locali della villa sono utilizzati per porvi la sede provvisoria degli uffici comunali, della scuola comunale, e addirittura per situarvi le armi e le divise della Guardia Nazionale; l'edificio diventa così una piccola caserma, come già successo in precedenza durante la dominazione austriaca.
La Villa nei primi anni del Novecento è abitata dalla nobile famiglia Vertua che continua ad occupare l'ala sud e quella ovest della villa; l'ala est è lasciata in affitto a famiglie di braccianti operai che lavorano in Nova e nei paesi limitrofi.
In seguito la villa passa alla famiglia Colombo che vi risiede in modo continuativo fino dalla Seconda Guerra, durante il quale vengono accolte nei locali della villa numerose famiglie, novesi e non, che avevano perso la casa nel conflitto, per i bombardamenti.
Nel secondo dopoguerra, trasferitasi la famiglia in altre città, la villa verrà abitata per brevi periodi, soprattutto estivi, come residenza di campagna.
Nei primi decenni del Novecento l'intera corte, e con essa l'ala est della villa, viene concessa in affitto come residenza con alcune botteghe artigianali al piano terreno. Quest'ultima parte è rimasta tale fin quasi ai nostri giorni e l'ala est ha così mantenuto il suo aspetto almeno per gli ultimi decenni, salvo alcuni interventi per la manutenzione degli appartamenti in essa ricavati.
La costruzione odierna si sviluppa complessivamente su tre piani per oltre 1200 mq dove sono distribuiti ben 21 locali al piano terreno, 20 al primo piano e 7 al secondo, la copertura dei quali è realizzata con diverse soluzioni architettoniche: dalle caratteristiche volte a botte o a crociera, elegantemente affrescate, si passa a dei soffitti a cassettoni con dipinti dell'epoca. I pavimenti sono in marmo, granito, cotto e parquet. Il vasto parco di 5400 mq annesso alla villa risale invece all'Ottocento.
Un breve ma interessante giudizio critico sui palazzi storici novesi è rintracciabile in una recente pubblicazione curata da Olivari, Suss e Bagatti Valsecchi dal titolo Le ville del territorio milanese, nella quale gli autori così si esprimono a proposito della villa: Rielaborazione radicale ottocentesca con pianta a U e fronte su strada, in forme tardo neo-classiche di edificio precedente, forse rinascimentale. Importante parco ottocentesco.
Progetto di riuso: l'amministrazione Comunale, con delibera del Consiglio Comunale numero 148 del 21 marzo 1990, ha acquistato la Villa Crosti Colombo per destinarla alle attività artistiche culturali.
In questa serie di video, realizzati da un nostro Servizio Civile dell'Ufficio Cultura, vi raccontiamo Villa Brivio:
La storia
I Locali
L'Emeroteca Margit
Le salette espositive e il Premio Bugatti-Segantini
Villa Brivio
The first records we have of this building date back to the second half of the fifteenth century. The Duchess of Milan, Bianca Maria Sforza Visconti, authorized the nuns from the Convent of Santa Maria d'Incino in Monza, who owned a considerable amount of property in Nova, to rent some of their property to the Cittadini family.
During the early nineteenth century, the villa became the property of the Vertua-Prinetti family, and was expanded. As silk-worm raising spread in the area, this family opened the first spinning mill in Nova, in the area next to the east wing of the villa.
During the early twentieth century, the south and west wings of the villa continued to be inhabited by the Vertua family, while they rented the east wing to families of workers who were employed on the farms and in the factories of Nova and nearby towns.
The old villa became the property of the Colombo family, who lived in it until World War II. During the war, many families who had lost their homes were housed in the villa. The Colombo family used their homes were housed in the villa. The Colombo family used the villa as a summer residence after the war.
The municipality purchased Villa Brivio in 1990, for use as a culture centre.
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Ultimo aggiornamento: 8 agosto 2024, 12:31